Studio Benvita

2015

Come riuscire a progettare un Centro Multimedico senza farlo apparire tale?

Questa e’ stata la sfida che ci si e’ presentata nell’accettare questo incarico.

Abbiamo innanzitutto riprogettato in pianta  lo spazio che si presentava aperto con il solo vincolo di alcuni pilastri portanti

Il risultato e’ stato una pianta semplice che ha dovuto rispettare le  molteplici esigenze tecniche e logistiche  che sono presenti in questi casi   ma con una studiata irregolarita’  che si e’ voluta allontanare dalla banale distribuzione degli ambienti che comunemente troviamo in questi contesti .Abbiamo  rispettato tuttavia le fondamentali esigenze di facile riconoscibilita’ dei percorsi e semplice fruizione degli ambienti sanitari

La forte scelta stilistica si definisce immediatamente all’ingresso dove una  lunga parete  interamente rivestita da ceramiche “azuleios” ci conduce prima alla zona di attesa e poi alla reception . Anche quest’ultima, volendo che sia elemento di continuita’ e’ rivestita di ceramiche “azuleios” abbinata ad elementi di contrasto in lamiera colore naturale

Abbiamo fortemente desiderato che chi  debba fruire dei servizi forniti da questo Centro Medico si possa sentire “a casa” .L’uso di questo elemento decorativo di impronta domestica che poi proseguendo caratterizza una delle pareti del disimpegno, vuole accogliere ed accompagnare chi visita questo Centro verso i differenti ambienti sanitari .

Le tonalita’ calde delle colorazioni delle pareti e della pavimentazione e uno studiato  gioco di volumi  completano il tutto.

All’interno degli studi medici ,che per la logica progettuale sono differenti tra di loro e hanno piante irregolari , la volonta’ di ricreare un ”ambiente casa” si unisce  ad un uso del colore attendo e non fine a se stesso:abbiamo utilizzato tonalita’ pacate ma insolite per trasmettere al paziente una sensazione di rilassatezza  lontana dalla inutile sensazione di asetticita’ che solitamente invece trasmettono questi ambienti  e questo  ovviamente entro i nostri limiti  …e forse ci siamo riusciti…

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